Stato patrimoniale delle competenze
È uno strumento che comprende il passato e guarda al futuro degli intenti professionali di ogni persona.
Lo Stato Patrimoniale delle Competenze è prospetto a sezioni contrapposte (tipicamente Attività e Passività se parliamo di una parte del più conosciuto e diffuso Bilancio Aziendale) che riassume sia le esperienze passate, Attività (i.e. titoli di studio acquisiti, esperienze lavorative che hanno sviluppato talenti, ecc.), sia gli intenti e gli interessi professionali futuri, Passività, dove vedrò e potrò leggere tra le righe gli ambiti e gli impegni che l’individuo ha in previsione di esplorare con la Formazione Continua.
Questo prospetto in azienda è corredato da una Nota Integrativa che dettaglia e argomenta le scelte effettuate e quelle che hanno determinato i criteri e gli ambiti di gestione, per noi potrebbe essere un valido ausilio alla pianificazione dell’aggiornamento.
Quindi con lo Stato Patrimoniale delle Competenze si vuole dare al cliente, interno o esterno che sia, un’idea più completa, dell’identità professionale di un lavoratore, di un professionista. Così possiamo svolgere più pienamente il ruolo che la L. 4/13 ci suggerisce, e cioè di rendere sempre più informato e partecipe l’utente finale, il cliente, dell’identità e dei servizi che può aspettarsi da un professionista con chiarezza, autenticità e trasparenza.
A volte l’utente finale è un’azienda, e il professionista un dipendente: anche in questo caso lo Stato Patrimoniale delle Competenze aiuta nella valutazione dei candidati perché evidenzia sia le soft sia le hard skills, magari con specifiche raccolte dall’Europa nel cosiddetto Quadro Europeo delle Qualifiche – E.Q.F. European Qualification Framework. L’E.Q.F. è una matrice che permette di valutare Conoscenze, Abilità e Competenze con l’obiettivo di arrivare ad un mutuo riconoscimento tra gli stati membri, una sorta di Patente Europea.